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CIMA.
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CIMA.
Definiz: Sost. femm. La parte più alta di un monte, di un albero, di un edifizio e simili.
Sembra derivato per aferesi dal latino cacumen, o forse è dallo stesso lat. cyma, che significa la Parte più alta o più tenera di certe pianticelle. –
Esempio: Dant. Inf. 9: Perocchè l'occhio m'avea tutto tratto Vêr l'alta torre alla cima rovente.
Esempio: Comp. Din. Cron. 29: Gli animali..... andranno su per le cime delle torri di Pistoia.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 3: Estimava io che lo 'mpetuoso vento ed ardente della 'nvidia non dovesse percuotere se non l'alte torri, o le più levate cime degli alberi (qui figuratam.).
Esempio: Firenz. Pros. 2, 162: In su' tetti delle loro case, e in sulla cima di certi colletti, che eran sopra di noi assai ben rilevati.
Esempio: Car. Eneid. 10, 2: Il gran Padre in cima ascese Del suo cerchio stellato.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 23: Il sito di poi sarà o in piano, o in costa, o in cima de' monti.
Esempio: Targ. Viagg. 6, 73: Questo libeccio dalla parte della Versilia teneva i nuvoli più bassi, e gli schiacciava addosso alle cime delle montagne.
Definiz: § I. E assolutam. Luogo alto; Altura. –
Esempio: Dant. Parad. 17: Questo tuo grido farà come vento, Che le più alte cime più percuote.
Esempio: Ar. Orl. fur. 4, 49: Poggia l'augel, nè può Rugger frenarlo; Di sotto rimaner vede ogni cima, Ed abbassarsi in guisa che non scorge Dove è piano il terren, nè dove sorge.
Esempio: Tass. Gerus. 7, 9: Il folgore non cade In basso pian, ma su l'eccelse cime.
Definiz: § II. Detto di fiore, erba, ramo e simili, vale La parte più alta, ed anche La parte più tenera di essi. –
Esempio: Dant. Parad. 13: Ch'io ho veduto, tutto il verno, prima Il prun mostrarsi rigido e feroce, Poscia portar la rosa in su la cima.
Esempio: E Dant. Parad. 26: Come la fronda che flette la cima Nel transito del vento, e poi si leva Per la propria virtù che la sublima.
Esempio: Fior. Virt. 1: Ho fatto come colui ch'è in uno grandissimo prato di fiori, che elegge e coglie tutta la cima de' fiori per fare una bella ghirlanda.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 2, 159: Gli si dieno [a' vitelli] le tenere vettucce degli arbori, e bronchi morbidi, e le cime dell'erbe verdi.
Esempio: Benciv. Cur. malatt. volg.: Togli un manipolo di cime di santoreggia.
Esempio: Red. Lett. 1, 72: Molti si servono delle cime di malva cotte nell'acqua e condite con sale ec.
Esempio: Magal. Lett. 136: L'altra [essenza] ha per appunto quell'istesso stessissimo odore, che rimane su' polpastrelli delle dita confricate con delle cime di cedro.
Definiz: § III. E assolutam. per Punta di arboscello, Fraschetta. –
Esempio: Dant. Inf. 13: Ond'io lasciai la cima Cadere, e stetti come l'uom che teme.
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 317: Veder l'ardite capre sopr'un sasso Montar, pasciendo or questa or quella cima.
Definiz: § IV. E per la Parte più alta di checchessia, ed anche per la Parte estrema che vada a finire in punta. –
Esempio: Dant. Purg. 15: Sentii a me gravar la fronte Allo splendore,... Ond'io levai la mano inver la cima Delle mie ciglia, e fecimi il solecchio Che del soverchio visibile lima.
Esempio: Collazz. SS. PP. R. 114: Quando [la forza del nocevole umore] si spande agli articoli e alle cime delle mani, chiamasi infermità ciragrica.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 14: Ali bianche vestì, c'han d'or le cime.
Definiz: § V. Cima, parlandosi di buoi, vale Corna; onde Bue di bella o brutta cima, significa Bue di belle o brutte corna. –
Esempio: Saccent. Rim. 1, 153: Ho tra mano Un giovenco per voi di bella cima.
Definiz: § VI. Trovasi detto anche di angolo o di triangolo, ed è lo stesso che Vertice. –
Esempio: Galil. Op. astronom. 1, 341: Noto, per esser alla cima dell'angolo VOC, distanza della stella dal vertice.
Esempio: Viv. Tratt. Proporz. 166: Dico che 'l punto F.... è la cima del triangolo cercato.
Esempio: E Viv. Tratt. Proporz. 211: Esse terminano tra parabole ascritte per la medesima cima.
Definiz: § VII. E Term. di Marina, si disse per Estremità di una corda o di un cavo, ed anche per il Cavo stesso. –
Esempio: Cresc. B. Naut. Medit. 116: Passarassi poi l'una e l'altra cima... per le prime due polegge E F, di modo ch'una cima vi entri per la banda E e l'altra per la banda F; riportandole un'altra volta al taglione AB, s'investiranno nelle prime polegge CH, una contraria all'altra.
Definiz: § VIII. Cima, figuratam., vale Il più alto grado di una cosa; Colmo, Altezza, Apice. –
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 321: El meglio e 'l peggio, e le cime dell'arte Al villanel son tutte cose piane.
Esempio: Tass. Lett. 2, 405: Stimava che 'l capo, e quasi la cima di tutta la sapienza de la vita perfetta fosse collocata ne la sanità de la mente.
Definiz: § IX. E pur figuratam. detto di cosa, vale Il più alto grado che essa tiene tra cose della medesima specie. –
Esempio: Dant. Parad. 29: Concreato fu ordine e costrutto Alle sustanzie, e quelle furon cima Nel mondo.
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 2, 30: Obbligazione nostra è d'intendere.... a sempre più migliorare ed accrescere ed adornare il nostro dolce idioma, ch'è di tutti gl'italici il fiore e la cima.
Definiz: § X. E riferito ad uomo, ed anche ad animale che tenga in checchessia, o tra' suoi simili, il primo grado, che sia su gli altri il più segnalato. –
Esempio: Bern. Orl. 16, 47: E col caval, d'ogni altro pregio e cima, Intorno volta e fa grande affoltata.
Esempio: E Bern. Orl. 26, 20: Egli è fior dell'ardir, se tu se' cima.
Definiz: § XI. E assolutam. nello stesso senso. –
Esempio: Adr. G. B. Lett. 54: Passeremo a quelli, i quali in marmo scolpirono, e di questi anche sceglieremo le cime.
Definiz: § XII. Cima d'uomo, o assolutam. Una cima, vale Uomo eminente per iscienza, per ingegno, per virtù, e simili. –
Esempio: Ambr. Cofan. 3, 6: Infin tu sei cima d'uom; tu te le Sai molto bene.
Esempio: Dav. Tac. 1, 159: Le cose sue faceva Cesare ministrare a cima d'uomini.
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 28: Quelli che rimangono sono cime di uomini, non c'è dubbio.
Definiz: § XIII. E pure parlando d'uomo, Cima di furfante, Cima di ribaldo, e via discorrendo, vale Il più gran furfante, Il più gran ribaldo. –
Esempio: Dav. Tac. 1, 389: Acrato liberto, cima de' ribaldi.
Definiz: § XIV. Cima delle cime, dicesi di persona o di cosa, che sia in grado superlativo eccellente in checchessia o nel suo genere. –
Esempio: Grazz. Comm. 220: Che volete voi ch'io dica o ch'io risponda altro, se non che voi sete cima delle cime in tutte le cose.
Esempio: Legg. Band. C. 13, 205: Lo staio del grano puro e netto non mescolato o falsificato, cima delle cime,... non si possa vendere o comperare.... più che a lire otto lo staio.
Definiz: § XV. Da cima a un luogo, di un luogo, o un luogo, Di cima a un luogo, di un luogo, o un luogo, In cima a un luogo, di un luogo, o un luogo, posto avverbialm., vale Dalla cima o Nella cima di esso. –
Esempio: Dant. Inf. 13: Qual è quella ruina che nel fianco, Di qua da Trento, l'Adige percosse Che da cima del monte, onde si mosse, Al piano è sì la roccia discoscesa Che ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 5, 59: Così dicendo, di cima d'un sasso Lo vidi a capo in giù sott'acqua andare.
Esempio: Car. Long. 43: Su di cima lo scoglio si sentiva un suono di sampogna.
Esempio: E Car. Long. 44: Non più tosto si mosse, che si sentì di cima allo scoglio squillare un suono di sampogna.
Definiz: § XVI. Da cima a fondo, o Da cima in fondo, posto avverbialm. vale Dalla parte più alta sino alla più bassa, Da sommo a imo; ed anche Da un capo all'altro, Interamente.
Definiz: § XVII. Dal piè alla cima, o sino alla cima, trovasi usato avverbialm. per Dal principio sino alla fine. –
Esempio: Lat. B. Tesorett. 94: Non dico ch'i' m'affidi Di cantarlo per rima Dal piè fin alla cima.
Definiz: § XVIII. In cima in cima, posto avverbialm., ha forza di superlativo, e vale Proprio nella sommità od estremità. –
Esempio: Salvin. Iliad. 23: Che in disparte solo Dagli altri si sedea in cima in cima Dell'Olimpo.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 5, 68: Entrano in refettorio, e in cima in cima Siedono tra il guardiano e i superiori.
Definiz: § XIX. Andar per le cime, trovasi per Trattare una cosa generalmente, Andar per le generali. –
Esempio: Grazz. Rim. 2, 24: Or entrando io nel pazzeresco regno, Distinguer son forzato, e separare Pazzo da pazzo, e por termine e segno. Chè s'io volessi per le cime andare, Tutti siam noi come i popon da Chioggia, E tutti ci possiam per man pigliare.
Definiz: § XX. Andare per le cime, o su per le cime, degli alberi o dei monti, vale Passare o colle pretensioni, o Col pensiero, o col discorso, oltre al giusto, al ragionevole, al consueto. –
Esempio: Rep. Fir. Lett. Istr. 1, 10: E s'egli andasse per le cime de' monti, parlali chiaro, che noi abbiam sgramaticato maggior barba, che la sua non è.
Esempio: Varch. Ercol. 131: Di coloro che favellano in punta di forchetta, cioè troppo squisitamente e affettatamente, e, come si dice oggi, per quinci e quindi, si dice Andare su per le cime degli alberi.
Definiz: § XXI. Far sua cima di una cosa, trovasi per Farne suo principal pregio, onore, grandezza e simili. –
Esempio: Dant. Purg. 19: Intra Siestri e Chiaveri s'adima Una fiumana bella, e del suo nome Lo titol del mio sangue fa sua cima.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 455: Fa sua cima, cioè fa sua altessa, imperò che infine a quel grado d'altessa montonno.
Definiz: § XXII. Porre in cima, vale figuratam. Esaltare, Magnificare con somme lodi. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 1, 4: Che so quanti la penna ha posto in cima, Che tutti la sua gloria prevarrebbe.
Definiz: § XXIII. E pur figuratam. per Inalzare a somma grandezza. –
Esempio: Pucc. A. Centil. 24, 21: E 'n Catalogna se n'andò giocondo, Per essere a Bordella il dì nomato, Che 'l dovea por fortuna in cima o in fondo.
Definiz: § XXIV. Porre alcuno in cima, o in su la cima, de' pensieri, degli affetti, dei favori e simili, vale Pensare principalmente ad esso, Amarlo, Favorirlo sommamente, a preferenza d'ogni altro. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 6, 10: Veggo che del tuo amor l'hai posta in cima, E se' legato già d'altra catena.
Esempio: Ar. Orl. fur. 27, 105: Ed ella l'avea posto in su la cima D'ogni favor ch'a donna casta lice.
Definiz: § XXV. Porsi in cima o sulla cima di alcuna cosa, Sedere, e simili, in cima o sulla cima di alcuna cosa, come della vita, della natura ec., vale figuratam. Tenerne il luogo più degno, Signoreggiarla. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 78: A passo a passo è poi fatto signore [Amore] Della mia vita e posto in su la cima.
Esempio: E Petr. Rim. 2, 113: Quell'antiquo mio dolce empio signore Fatto citar dinanzi alla reina, Che la parte divina Tien di nostra natura e 'n cima sede; Ivi ec.
Esempio: Rucell. Or. Dial. R. 12: E a chi si dee obbedire? M. Al moto della ragione, che la parte divina tiene di nostra natura e 'n cima siede.
Definiz: § XXVI. Stare in cima de' pensieri di alcuno o ad alcuno o Sedere in cima de' pensieri di alcuno o ad alcuno, pure figuratam. detto di persona o di cosa, vale Essere l'oggetto principale de' pensieri di quello.